Tetraplegia e lesioni midollari
Il sistema nervoso centrale è composto dall’encefalo e dal midollo spinale. Quest’ultimo si estende dalla base del cranio all’interno di un canale osseo, formato dalle vertebre. La parte finale del midollo viene definita cono midollare e, al di sotto di esso, vi è un gruppo di radici nervose che viene definito cauda equina.
Il midollo è formato da cellule nervose, da cui si estendono i nervi periferici che veicolano le informazioni, elaborate a livello encefalico, al resto del corpo e viceversa. Le informazioni trasportate dai nervi periferici, che viaggiano attraverso l’intero midollo, consentono il realizzarsi delle funzioni motorie e sensitive.
Per lesione midollare (“spinal cord injury”) si intende una lesione di una qualsiasi parte del midollo e/o dei nervi della cauda equina, che determina una perdita permanente di funzioni motorie e/o sensitive al di sotto del livello della lesione stessa. Le conseguenze dipendono dal sito della lesione e dalla sua severità.

In Italia è stata registrata per le lesioni midollari un’incidenza di circa 20 nuovi casi annui per milione di abitanti. In base alla causa, le lesioni midollari possono essere distinte in due grandi gruppi: traumatiche (68% circa dei casi) e non traumatiche (32%).
Le lesioni traumatiche sono la conseguenza di una forza estrinseca determinante una deformazione o un danno del canale vertebrale. Ne risultano coinvolti, in genere, pazienti giovani (in media 34 anni), con una prevalenza dei soggetti di sesso maschile. Le cause traumatiche più frequenti, registrate in Italia, sono: incidenti automobilistici, cadute, incidenti motociclistici, incidenti sportivi, tentato suicidio, lesioni da arma da fuoco.
Le cause non traumatiche più frequenti, invece, comprendono: patologie di tipo neoplastico, vascolare, infiammatorio e degenerativo.
Si è osservato che i casi di lesione completa sono maggiori nel gruppo dei pazienti con lesioni di origine traumatica: il 51,5% dei pazienti con lesione traumatica presenta una lesione completa, contro il 24,2% nelle lesioni non traumatiche.
A seconda del livello della lesione, ovvero dell’altezza a cui il midollo viene danneggiato, vi possono essere sostanzialmente due quadri clinici:
tetraplegia con coinvolgimento delle funzioni motorie e sensitive di arti superiori, del tronco, degli arti inferiori e degli organi pelvici;
paraplegia con coinvolgimento delle funzioni motorie e sensitive di parte o tutto il tronco, degli arti inferiori e degli organi pelvici.
La parte più inferiore del midollo che resta preservata viene indicata come “livello neurologico” della lesione.
A seconda della severità, invece, la lesione può essere definita:
completa se tutte le funzioni sensitive e motorie delle regioni corporee al di sotto della lesione midollare vengono perse;
incompleta se vi sono alcune funzioni motorie e/o sensitive residue al di sotto del livello della lesione.