Lesioni del plesso brachiale

Il plesso brachiale (ovvero “l’intreccio” dei nervi che arrivano all’arto superiore) deriva da 5 radici nervose provenienti dal midollo spinale. Questo intreccio termina a livello dell’ascella, dove quasi tutti i nervi assumono la loro conformazione definitiva. Le diverse parti di questa “treccia” hanno un nome proprio che le identifica, a cui corrisponde anche una principale funzione. Ad esempio, la radice nervosa C5 (che indica il nervo che esce sopra la quinta vertebra cervicale) controlla principalmente la spalla, mentre la radice C6 il muscolo bicipite.

 

Chi dovrebbe essere operato e quando?

Il problema principale nel determinare chi dovrebbe sottoporsi a un intervento chirurgico è che una lesione da stiramento del plesso brachiale è una lesione chiusa: i nervi non possono essere visti dall’esterno. Con l’aiuto delle immagini radiologiche, ad oggi è possibile solo immaginare il danno alle radici nervose e non (ancora) il livello preciso del danno all’interno del plesso. In altre parole: senza chirurgia non è possibile determinare con certezza se la perdita di funzionalità sia dovuta a una neurotmesi (nessuna possibilità di recupero spontaneo) o all’assonotmesi (recupero spontaneo parziale o completo).

Lesioni nervose negli adulti

Quando si verifica una lesione traumatica del plesso negli adulti o una lesione di un ramo terminale di un nervo nell’arto superiore, potrebbe esserci un’indicazione per la chirurgia del nervo. A seconda della gravità e della causa della lesione, verrà eseguita un’operazione il più presto possibile (entro poche settimane) o si deciderà di attendere un eventuale recupero spontaneo.

 

Lesione traumatica del plesso

Di solito ciò si verifica dopo un incidente stradale, in particolare in moto o alla guida di un ciclomotore. In questi casi, il paziente atterra sulla spalla, aumentando l’angolo tra la spalla e la testa. Ciò può causare una lesione da stiramento del plesso brachiale.

 

La lesione ostetrica del plesso

A volte la spalla del feto rimane bloccata sotto l’osso pubico durante la nascita (distocia di spalla); ciò può causare una lesione da stiramento del plesso. I fattori che aumentano il rischio di sviluppare questo tipo di lesione sono: restringimento del bacino, trazione dalla spalla (in combinazione con un elevato peso alla nascita), diabete, parto con ventosa ostetrica e presentazione podalica (specialmente in combinazione con un basso peso alla nascita). La lesione del plesso ostetrico si verifica in 1-3 su 1000 bambini e di solito guarisce spontaneamente. Tuttavia, nel 10-15% dei bambini non si verifica alcun recupero o questo risulta insufficiente.

Tipi di lesioni del plesso ostetrico

In base alla posizione della lesione, si possono distinguere tre tipi di lesione del plesso ostetrico.
  • Il tipo Duchenne-Erb, con una lesione delle radici C5 e C6, è di gran lunga il più comune (circa l’80% dei casi). Esiste quindi una paralisi della spalla e della flessione del gomito. A volte anche la funzione di allungamento del gomito e del polso è compromessa (a causa dell’insufficienza di C7). La funzione della mano è buona.
  • Il secondo tipo è una paralisi completa del braccio a causa del coinvolgimento di tutte e 5 le radici nervose. In questa forma c’è anche un deficit della funzione della mano. Inoltre, la palpebra può bloccarsi e la pupilla può essere più piccola dal lato interessato. La combinazione di palpebra cadente e pupilla stretta si chiama “sindrome di Horner”. Questo di solito è causato da un’avulsione delle radici dei nervi inferiori (C8 e T1).
  • A volte il nervo del diaframma (C4 / N. frenico) è coinvolto nella lesione. Ciò può far sì che il diaframma rimanga fermo dal lato della lesione e può causare respiro con affanno nei primi 3 mesi di vita, specialmente durante l’allattamento. La maggior parte delle lesioni del nervo frenico guarisce spontaneamente. Solo raramente è necessario intervenire chirurgicamente per riparare il danno.

Prognosi per paralisi ostetrica del plesso (paralisi di Erb)

La prognosi di una paralisi ostetrica del plesso brachiale dipende dalla velocità del recupero spontaneo. Se il bicipite mostra segni di recupero entro 1 mese, è previsto un recupero (quasi) completo e spontaneo della funzione di spalla e braccio. Se il bicipite può essere contratto con una certa forza entro 3 mesi, la chirurgia del nervo di solito non è necessaria, ma possono persistere limitazioni, soprattutto nella funzione della spalla. Se il muscolo bicipite è ancora completamente paralizzato dopo i 3 – 4 mesi, è necessario un intervento chirurgico a breve termine (intorno al 6°mese). Se la funzione del bicipite è ancora debole dopo 3 – 4 mesi, o se la funzione della spalla non viene recuperata completamente, può essere comunque necessario un intervento chirurgico nel tentativo di migliorare il quadro clinico.
Quando si valuta la funzione del bicipite, è importante notare che questa non corrisponde esattamente alla flessione del gomito. In alcuni casi, il bambino può riuscire a piegare il gomito usando altri muscoli (questo è chiamato “effetto Steindler”). Un altro “trucco” che alcuni bambini usano è quello di far oscillare il braccio da dietro in avanti, sfruttando questo slancio per piegare il gomito. A causa di questi espedienti, il genitore può erroneamente pensare che il bicipite stia recuperando bene, quando in realtà non è così. In assenza – o nel dubbio –  di recupero della funzione del bicipite ha senso rivolgersi – già dopo un mese dalla nascita – a un centro specializzato.
Nel nostro centro, a Torino, un EMG del bicipite eseguito all’età di 1 mese può ragionevolmente prevedere la prognosi della lesione del plesso studiando l’attività elettrica del bicipite anche in questa giovane età.
I pazienti che vengono inviati dopo 1 anno dalla nascita, non sono più idonei per la ricostruzione chirurgica dei nervi. Altri tipi di interventi chirurgici come (ad esempio) spostamenti muscolari o tendinei possono quindi essere considerati. Si tratta di quella che viene chiamata “chirurgia secondaria” e può anche essere eseguita nei pazienti dopo il fallimento di un intervento di ricostruzione dei nervi.